Tradurre un sogno in un piano concreto (progetto congiunto
JEVE-JESAP)

A cura di Stefano De Bianchi.

“Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia da qualche parte” (Adriano Olivetti)

Questa citazione sembra descrivere alla perfezione l’essenza di un business plan: concretizzare in un
progetto imprenditoriale chiaro e definito un sogno inizialmente vago e indefinito. Proprio un business
plan è stato il servizio che noi di JEVE, grazie anche alla preziosa collaborazione di JESAP, abbiamo
messo a disposizione di una giovanissima impresa: Drilly.
Drilly è una start-up innovativa, fondata da Edoardo e Virginia, la cui mission è quella di migliorare la
vita delle persone offrendo loro un’alternativa al dover acquistare oggetti utili solo una volta nella vita.
Fondamentalmente, è una piattaforma che permette di noleggiare con semplicità oggetti il cui costo
d’acquisto è relativamente troppo caro rispetto alla frequenza di utilizzo (utensili, casse bluetooth,
proiettori, …).

Il viaggio
Il viaggio insieme a Drilly inizia nell’inverno del 2023, la destinazione è chiara fin da subito: ottenere un
business plan completo, composto da una parte qualitativa e da una quantitativa. Il gruppo è
composto da associati di JEVE e di JESAP: Stefano De Bianchi in qualità di project manager,
Leonardo Bondesan come risorsa operativa e auditor di progetto (quest’ultima, in JEVE, è una risorsa
incaricata del costante monitoraggio della qualità del progetto e del controllo per garantire il
raggiungimento efficace degli obiettivi prefissati), Pierfrancesco Allamprese, Francesco Gloazzo,
Federico Califano, Sara Valletta e Luca Beltrame come risorse operative. La varietà di background dei
componenti del team, alcuni studenti di economia, finanza e management, altri di ingegneria, è stato
uno dei fattori che ha probabilmente contribuito alla buona riuscita del progetto. Ciò, infatti, ha
permesso l’instaurarsi un dialogo costruttivo e mai superficiale all’interno del gruppo, in quanto ogni
singolo componente ha portato una visione originale in ogni tappa del percorso.
Come ogni viaggio, anche questo prevede un momento iniziale dedicato ad un’accurata pianificazione
delle varie fasi e ad un’analisi del percorso. Il primo passo da compiere è dunque capire in profondità
l’idea imprenditoriale alla base di Drilly. In seguito si inizia con un’analisi qualitativa riguardante il
mercato di riferimento, stimando la domanda di riferimento grazie alla metodologia TAM-SAM-SOM e raccogliendo informazioni sull’offerta. Particolarmente rilevante è stata l’analisi approfondita del
business model di alcuni concorrenti diretti o indiretti di Drilly, ciò ha permesso di comprendere le
sfide che una start-up in questo ambito può essere chiamata ad affrontare, così come farsi un’idea sul
potenziale di crescita per una nuova azienda del settore. Oltre a ciò, lo studio tale ricerca è un ottimo
punto di partenza su cui basare l’analisi di posizionamento della start-up. Con tutte queste
informazioni a disposizione, è possibile formalizzare il modello di business di Drilly, prestando
particolare attenzione alla struttura dei costi e ai flussi di ricavi. L’ultimo step, il più sfidante,
comprende le previsioni economico-finanziarie a 5 anni (comprensiva di Conto Economico, Stato
Patrimoniale e Rendiconto Finanziario previsionali) al fine di valutare la redditività attesa e il fabbisogno
di capitale.

La cassetta degli attrezzi
Una delle ragioni d’essere delle Junior Enterprises è “mettere in pratica quanto si apprende sui libri”,
Drilly è un caso emblematico a tal proposito. È stata invero un’occasione preziosa per sviluppare
competenze trasversali e competenze tecniche. La “cassetta degli attrezzi” che il gruppo aveva a
disposizione all’inizio del progetto era molto buona, ciascuno infatti aveva delle abilità nell’ambito della
strategia aziendale, del marketing, della statistica e dell’analisi di bilancio. Tutti questi “strumenti” ci
sono tornati utili, ma l’aspetto più importante è che questa cassetta si è riempita di nuovi “attrezzi”
man mano che il progetto avanzava. Non sono mancati momenti in cui è stato necessario mettere in
discussione alcune convinzioni e altri in cui abbiamo dovuto ricominciare da capo alcune parti del
lavoro.
In ogni caso, come team ci siamo portati a casa prima di tutto un’esperienza unica, un’occasione
importante per affinare competenze tecniche nell’ambito dell’analisi strategica e dell’analisi
economico-finanziaria. Generalmente, l’università non offre la possibilità di lavorare per e con una
start-up, al più si studiano casi aziendali, senza mai entrare veramente in contatto con chi intende
avviare un progetto da zero.

Conclusioni
In conclusione, lavorare con Drilly è stata un’irripetibile occasione di crescita per molteplici ragioni:
potenziare hard-skills finanziarie, contribuire alla nascita di una start-up sostenibile e rivolta prima di
tutto a giovani e studenti universitari (in particolare fuori sede) e, infine, mettersi alla prova.
Il progetto è stato sfidante e ciò ha contribuito a mantenere i componenti del gruppo sempre motivati.
Proprio la motivazione è stato il fattore che ha permesso di superare tutti i momenti di difficoltà e che
ha portato ad un output di qualità. I risultati di un questionario di fine progetto, somministrato a tutti i
membri del team, evidenziano l’entusiasmo di questi per l’attività svolta, in particolare con riguardo al
clima collaborativo che si è instaurato sia dentro la squadra che con i clienti.
Presentando il business plan di JEVE e JESAP, Drilly ha superato le fasi di selezione di Start Cup
Veneto 2023, posizionandosi tra i finalisti lo scorso giugno. Quel sogno citato in apertura è un passo
più vicino.